Verdicchio e sangue amaro

valerio-magrelli-e-libreria-450x402Qualche settimana fa, era precisamente il 18 febbraio, andiamo ad un incontro pubblico con Valerio Magrelli a Senigallia. Conoscevo poco le sue poesie, per niente l’uomo, a parte qualche frammento di trasmissioni radiofoniche in cui parlava dei suoi libri preferiti, che mi avevano lasciato soprattutto l’idea di una persona simpaticamente narcisa, dallo spiccato accento romano.

L’incontro dal vivo ha confermato l’idea, sia per la simpatia, sia per l’accento, ma più per la prima. L’incontro si intitolava “Viaggio sentimentale nella poesia del ‘900” ma – complice anche, per ammissione di Magrelli stesso, la quantità di verdicchio bevuto a pranzo – ha deragliato piuttosto presto per i sentieri della più assoluta libertà affabulatoria. Così l’incontro è diventato una di quelle rare occasioni in cui si impara e si pensa ridendo: che vuoi di più?

Un’alchimia che torna anche in certe sue poesie recenti che Magrelli ci ha letto (da Sangue amaro, Einaudi 2014, una recensione per esempio qui). Visto che tra l’altro alcune si trovano anche in rete, ne segnalo quattro che mi sono piaciute:

C’è chi fa il pane.
Io faccio Sangue Amaro.
C’è chi fa profilati d’alluminio.
Io faccio Sangue Amaro.
C’è chi fa progetti per lo sviluppo aziendale.
Io faccio Sangue Amaro.
Io mi faccio il Sangue Amaro.
È una specialità della casa, sin dal lontano 1957.

*

Mi lavo i denti in bagno.
Ho un bagno.
Ho i denti.
Ho una figlia che canta
di là dalla parete.
Ho una figlia che ha voglia di cantare
e canta.
Può bastare.

*

Ingegnoso, mio figlio si chiude nella doccia
incolla un foglio al vetro, dall’esterno,
e per un’ora, immerso nel vapore,
impara a memoria Ugolino.

Scendono l’acqua e i versi, lui sussurra,
mi costa una fortuna, ma alla fine
esce lavato, profumato, pieno
zeppo di endecasillabi.

*

Dicembre
Minimo omaggio a John Donne

Dicembre, il lavandino si è svuotato:
tutta la luce se ne è andata via,
finché il mese sfinito, prosciugato,
giunge al cospetto di Santa Lucia.
Nel tenebrore della siccità
le mattinate sgocciolano notte,
e col solstizio dell’oscurità
l’intero anno si contrae per otte-
nere che lentamente, esile, torni
il moribondo flusso di corrente
ed un nuovo splendore inondi i giorni.
Solo cosí rinasce quel potente
getto di sole che rimette in moto
ruota, ciclo, marea, nascita, photos.

 

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