
Domenica scorsa, 3 aprile, allo spettacolo dell’ora di cena, in una grandissima e semivuota sala del Goldoni abbiamo visto questo film italiano che ci è piaciuto molto: Un bacio, di Ivan Cotroneo (primo film che mi capitava di vedere di questo regista).
E’ la storia di tre ragazzi di sedici anni, tutti e tre emarginati: Lorenzo, un vulcanico, vitalissimo omosessuale orfano e appena adottato dopo mille peregrinazioni; Blu, una ragazza bella, sensibile e musona che è da tutti additata come la troia; Antonio, un ragazzo timido, bravo solo a pallacanestro, bocciato, traumatizzato dalla perdita dell’amatissimo fratello in un incidente stradale.
Fra i tre nasce una strana e intensissima amicizia fra sfigati, commovente nei momenti più solari, incasinati e felici, ma destinata a complicarsi terribilmente.
Gli attori protagonisti sono magnifici, soprattutto l’esordiente interprete di Lorenzo, Rimau Grillo Ritzberger. Il regista molto bravo a tenere il ritmo e soprattutto consapevole di quel che sta costruendo, facendo reagire Fate ignoranti e Jules et Jim; Milk e… Mika!
Del suo approccio mi sono piaciute soprattutto due cose: la prima è che prova a trattare con rispetto e amore il mondo adolescenziale, senza sopraccigli inarcati e senza moralismi: avere sedici anni è complicato, e se sei un frocio, una puttana, un deficiente lo è molto di più, ma in ogni caso se hai sedici anni non sei un bambino e non vai trattato come un bambino: Cotroneo non lo fa: sta dalla loro parte; loro – ci ricorda – sono il futuro, e quindi non stiamo qui tanto a menarcela, noi adulti, per favore, con i nostri “ai miei tempi”!
Seconda cosa: trattando argomenti come omofobia e bullismo, l’autore sa benissimo che la strada verso la loro sconfitta è lunga e tortuosa; e non siamo vicini al traguardo, nemmeno un po’. E sa che una certa maggiore libertà di esprimere il proprio essere, oggi presente almeno in alcuni ambienti, non è un traguardo raggiunto, ma un punto di partenza, perché questa espressione libera di sé resta – per chi la esercita, come Lorenzo nel film – piena di rischi; il primo: quello di una reazione violenta di chi non ha gli strumenti psicologici e culturali per accettare davvero una diversità non più nascosta, segregata, rimossa. Questo è il punto in cui siamo e che il film fotografa (anche allo scopo di promuovere presso il pubblico giovanile la consapevolezza della necessità di ulteriori passi). Per questo motivo Un bacio, quasi in contraddizione con la scelta di un linguaggio apparentemente leggero, da commedia, non è per niente consolatorio, e ci sbatte in faccia senza pietà la durezza del mondo.
Un film da vedere, dunque, e che spero davvero tanto piaccia non solo agli adulti, ma anche agli adolescenti che lo andranno a vedere.
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Uscendo dal cinema ho ripensato ad A., un mio alunno di tanti anni fa, che somigliava in tante cose a Lorenzo: come Lorenzo si vestiva e parlava in maniera strana, e gli piaceva ballare, magari sui banchi se ce n’era l’occasione. Non lo vedo da tantissimi anni, forse dalla sera che ci siamo salutati – un po’ teatralmente: lui era così – alla fine della terza media. Ma so che ha la sua vita, che è diventato un artista, e parla pubblicamente della sua omosessualità. Ogni tanto vedo le sue foto su internet, su facebook: è bello, quasi sempre sorridente, sembra felice. Ma so che niente è mai facile, per chi come lui e come Lorenzo vuole vivere la sua vita a modo suo, senza paura. Auguri, dunque, a tutti gli A. e a tutti i Lorenzo.