Un po’ di tempo fa ho visto Julieta, un film di Pedro Almodovar tratto da un bel libro di Alice Munro, che in italiano si intitola In fuga. Un film, secondo me, che regala alcune scene davvero belle (quella dell’accappatoio, in cui si gestisce magistralmente il sempre difficile passaggio di consegne fra l’attore che interpreta il personaggio giovane e quello che lo interpreta anziano) e soprattutto con uno sguardo sull’umanità consolante ma non consolatorio.
Riflettevo, uscito dal cinema, su quanto sarebbe bello che più spesso nella vita si incontrassero persone simili a tanti dei personaggi di questo film: capaci di volere bene, di perdonare, di non diventare ciechi per gelosia e desiderio di possesso; e persone che sappiano anche accettare negli altri scelte diverse, diversi modi di amare.
I melodrammi di Almodovar sono sempre un inno alla comprensione e all’accettazione, dell’altro e della vita. Purtroppo, con tutta evidenza, c’è in giro un sacco di gente che non guarda i film di Almodovar.
Sono completamente d’accordo con te. E me lo rivedo stasera. Un film che apre ferite e le sana, contemporaneamente. Almodovar è, a prescindere piaccia o no, un genio della lettura umana.
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