Un’Italia civile che forse

image

Oggi siamo andati ad ascoltare Claudio Magris, che nella bellissima biblioteca di Fermo (non l’avevo mai vista, da quando l’hanno rinnovata) dialogava con Massimo Raffaeli.

Uno dei momenti più belli è stato quando s’è parlato del rapporto fra Magris e Biagio Marin. Quest’ultimo, parlando di quel che si voleva fare dopo la fine della Seconda Guerra (e che per larga parte non s’è riusciti a fare) diceva che allora si voleva costruire “un’Italia civile che forse era solo una nostra esigenza”; ma che rispondeva anche, a chi guardando vecchie foto di antifascisti e partigiani osservava malinconico “son tutti morti”, che no, non è vero, “noi siamo tutti vivi, i morti sono loro”, indicando col dito un punto indefinito dove forse vedeva ancora i fascisti, i collaborazionisti, gli ignavi.

Qui un articolo che presenta l’edizione della corrispondenza Magris-Marin.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...