Poesie per la quarantena / 5

arminio

Buona domenica. Probabilmente una delle domeniche più difficili del nostro paese dal dopoguerra (speriamo le prossime siano almeno un pochino migliori). Buona domenica, comunque.

Una volta ho incontrato Franco Arminio, a Loreto, da Zi Nene, un ristorante gestito da una cooperativa che dà lavoro a ragazzi e ragazze diversamente abili. Insieme ad un amico lo abbiamo intervistato, ma poi non siamo riusciti a pubblicare quell’intervista. Arminio è una persona generosa, quando incontra le persone, quando sta sui social, quando gira per i paesi abbandonati, e anche quando scrive poesie: ne scrive a migliaia, credo che scriva sempre. La rete e le biblioteche sono piene di sue poesie. Credo sia anche molto letto, e i poeti con molti lettori (sempre che non siano ciarlatani) sono preziosi in questo tempo in cui la poesia ha così poco spazio.

A me con il suo profilo Facebook, dove pubblica post pieni di saggezza e di amore per l’Italia più marginale, Arminio in questi giorni sta facendo compagnia. Adesso ha anche lanciato una strana iniziativa: ha pubblicato il numero del suo cellulare e dalle nove alle dodici, ogni mattina, risponde agli sconosciuti che lo chiamano per farsi quattro chiacchiere, per farsi compagnia. Magari un giorno gli telefono, se non altro per scusarmi di non essere riuscito a pubblicare quella sua intervista. Ma dicevamo delle poesie. Come molti, Arminio ha scritto anche poesie su questa emergenza, su queste quarantena: si possono trovare in giro. Ma io ne metto qui una più vecchia, non d’occasione, presa da un suo libro di otto anni fa.

La poesia parla dell’importanza di uscire di casa, di incontrare persone, di non stare fermi. Può sembrare paradossale pubblicarla in questi giorni di reclusione forzata, ma non è così: alla fine anche in questi giorni, soprattutto in questi giorni, dobbiamo ricordare e coltivare (come si può) l’arte dell’incontro. Ecco la poesia.

Io dico che si deve partire da un punto qualunque
per esempio dal fatto che alle nove del mattino
puoi andare in un paese vicino e sentire
quello che dicono al bar un postino
un muratore un vecchio ammalato
e poi ti rimetti in moto sapendo che la giornata
una giornata qualsiasi è il tuo splendore.*

Franco Arminio, Stato in luogo, Transeuropa, 2012.

La foto è tratta dal profilo Facebook di Franco Arminio, immagino che l’abbia fatta lui.

* La poesia è stata ripubblica dall’autore in Cedi la strada agli alberi, Chiarelettere 2017, con qualche piccola variante e soprattutto l’aggiunta di questa terzina finale:

Abbi cura di andare in giro
non restare fermo come uno straccio
sotto il ferro da stiro.

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