In questi giorni stiamo tutti molto di più sui social. Fra numeri, notizie e interpretazioni, ogni tanto vediamo passare qualche perla. La poesia di oggi, di Andrea Inglese, l’ha segnalata ieri su Facebook un’altra poetessa, Renata Morresi, che ho la fortuna di conoscere dai tempi del liceo. La riporto senza commenti particolari: è stata pubblicata 12 anni fa ma racconta esattamente (in modo quasi didascalico) la nostra vita di questi giorni, a dimostrazione di come la poesia sappia prevedere il futuro perché è eterna. Ecco la poesia:
Progettiamo, anche per questo giorno,
anche stupidamente, con grande sforzo
di distrazione, mangiando il pezzo di pane
che è rimasto, utilizzando il cucchiaio sporco,
guardando la fungaia gigante sotto la betulla,
progettiamo, anche se gli edifici rimarranno
luridi, verso nord, nella cinta che fu una volta
operaia, e che oggi non è più nulla, campo
di concentramento del non lavoro,
delle giornate uguali, lunghissime,
a inventarsi come stare ancora in piedi,
come se niente fosse, progettiamolo
qui, noi, nel quartiere cinese,
tra una piazzetta e l’altra, e dentro casa,
e sul balconcino, magari, che anche
oggi, anche oggi non moriremo,
né tu né io, e nessuno dei vicini,
né i gatti né gli invisibili insetti
che cercano sentieri nelle crepe,
nelle fessure, il progetto oggi,
anche oggi, come nuovo,
è non morire.
Da: Andrea Inglese, La distrazione, Luca Sossella editore, 2008.
La foto, e il disegno dentro la foto (gesso colorato su ardesia) è del mio babbo.