La poesia per la quarantena di oggi l’ha scritta una poetessa che è anche un’ amica: Norma Stramucci. Una donna di grandi passioni e di finissima sensibilità umana, che ha conosciuto tutte le piccole e grandi gioie della vita, e anche le più grandi tragedie, e ha saputo e voluto fare di tutto questo una poesia pura e essenziale. Tante cose belle e brutte che un’altra persona avrebbe forse tenuto per sé, lei le ha trasformate in canto, e ce le ha regalate. E’ il caso di questa poesia che Norma ha scritto in questi giorni per la sua mamma, molto anziana e malata, ricoverata in una casa di riposo. E la condizione delle case di riposo, in questi giorni strazianti, è una delle più strazianti. Questa è la poesia:
Mamma 11-17 marzo 2020
Mamma che ho chiuso il mio cuore
davanti al tuo letto il 128.
Mamma senza nessuna collana
sul pigiama. Io non ho posto
per altro dolore.
E quando assorbi te stessa
nello stato soporoso
sento che vai dall’angelo nostro,
il figlio mio
mentre brancolo io
con la mia testa e la ragione
-non posso andare in altro luogo,
oggi che il mondo è in pandemia-
come in una giostra impazzita
intorno in tondo
ai tuoi calamari viola.
Mamma mia mammina non morire adesso
che vorrò farti un funerale bello
te lo ricordi ma’, quanta gente da Andrea?
E un milione di abbracci e baci
di gente pure sconosciuta. Che bello mamma,
ieri che stavo attenta
a non respirarti addosso
e ti lesinavo persino
una carezza.
Che brutto mamma, oggi
che pure questo
mi è tolto.
E un filo di lacrima non esce
dal mio cuore chiuso.
La poesia di Norma Stramucci è inedita, e la riproduco su gentile concessione dell’autrice.
La foto è della mamma mia, invece, e del giardino che adesso non posso vedere.