“E’ Omero!”

Avete presente il brivido quando il gessetto stride sulla lavagna? Ecco, provo qualcosa di simile ogni volta che rivedo (sarà la quinta o sesta volta stamattina: sono un po’ masochista) questo video e arrivo al punto in cui il belloccio un po’ attempato dice con aria compunta “…è Omero!”.

Ora, io non sono un classicista e Iliade Odissea non me le ricordo a memoria, ma mi pare quantomeno strano che nessuno si sia mai accorto della derivazione omerica di una delle frasi più note e citate di Orazio (Ep. I, XI),  e che adesso, a informarci che quella frase il poeta latino l’ha rubata al greco ce lo venga a rivelare uno spot televisivo! Insomma, no: non è Omero, è Orazio, Quinto Orazio Flacco, poeta latino che in quella immagine condensa una delle sue più peculiari riflessioni esistenziali.

E uno, allora, si chiede come possa essere successo che uno spot che va su una rete nazionale (io l’ho visto domenica 29 marzo 2015 su La7, nel primo pomeriggio), pensato per reclamizzare una nuova collana di Classici Latini e Greci (non filo interdentale o spugnette abrasive), una collana che prevede ben 60 volumi, possa aver preso una cantonata tanto clamorosa.

A domande come questa, come a tutte le altre domande, ormai può rispondere solo google: basta infatti scrivere “frasi famose omero”, aprire il primo sito proposto, scorrere l’elenco delle citazioni omeriche e all’ottavo posto si trova – attribuita appunto ad Omero e non ad Orazio – proprio la citazione incriminata, tradotta – guarda caso! – esattamente con le stesse parole usate dall’attore nello spot. Pistola fumante.

A questo punto immaginare la scena è fin troppo facile: una società editrice male in arnese decide di tirare fuori dai magazzini una vecchia collana, rifarle il look, e lanciarla sul mercato sperando che qualche centinaio di italiani abbia uno scaffale in tinello da riempire. Chiama un’agenzia pubblicitaria dove la pratica finisce ad un povero stagista, magari proveniente da scienze della comunicazione, che in quattro e quattr’otto deve metter su uno spot, con pochissimi soldi e poco tempo. Chiama un amico del DAMS e il suo vecchio maestro di teatro e mettono su un set in salotto. Manca però lo script, ma per fortuna c’è google ecc. ecc.

Lo stagista ha tutta la mia comprensione, ci mancherebbe, però un consiglio per la prossima volta: se devi lanciare una collana di classici, non dico di andarteli a leggere, ma almeno fai una telefonata al compagno di scuola che aveva 8 in latino; o magari anche alla tua prof di lettere: vedrai che sarà contenta di darti una mano. Considerato che i suoi studi classici non servono a niente, non le sembrerà vero, per una volta, di poter dare – gratis – un piccolo contributo a rendere il tuo lavoro, e quello della grande macchina della produzione e diffusione di cultura nel nostro paese, più preciso e accurato. E poi, se la vai a trovare a casa, magari ti offre anche un piatto di minestra calda.

Elogio dell’ignoranza (consapevole)

Sono abbastanza convinto che l’ignoranza, se accompagnata da un minimo di modestia, non sia poi tutto questo male. In fondo, il punto non è essere ignoranti o dotti, è solo capire quanto si è ignoranti, a questo mondo. Ma se manca l’umiltà, l’ignoranza diventa il primo dei peccati capitali.

Ho appena letto questo interessante apologo: una vicenda capitata a Romano Luperini, importante studioso di letteratura, nonché autore di importanti manuali per la scuola. E’ la storia di una piccola e apparentemente insignificante divergenza interpretativa su una poesia di Montale, che lo ha contrapposto, alla fine di una conferenza, ad un giovane insegnante armato di tablet e di molta sicumera. Ma il senso dell’episodio va ben oltre la letteratura, e richiama ancora una volta il valore universale dell’arte dell’interpretazione, la lezione etica e democratica che dall’umile e lungo lavoro del critico – di ogni vero critico – si può trarre.

Conclude Luperini:

La democrazia non è chiacchiera vuota, non è dire la prima cosa che salta in mente, né esibizione di sé; implica anzitutto documentazione accurata, conoscenza dei problemi, consapevolezza dei propri limiti e, conseguentemente, predisposizione all’ascolto e al confronto che solo un accertamento condiviso dei dati di fatto può garantire.

* L’insegnante con cui Luperini si scontra fa parte del M5S, ma non mi pare questo il punto centrale: preferisco pensare che gli atteggiamenti di certi (molti?) “grillini” siano solo l’epifenomeno di una tendenza molto più generale…

** Destino ha voluto che scrivessi questo post proprio nel giorno in cui ci lasciava un grande critico, Cesare Segre.