– Toh! Chi si rivede!
– Oh, ciao! Passavo di qua…
– Ah, a proposito: Buone Feste, eh!
– Ah già: a te…
Gli auguri per le festività natalizie ai tempi dei social network sono diventati terribili, tanto che m’è del tutto passata la voglia di farli (chissà, forse semplicemente le potenzialità enormi della tecnologia hanno fatto esplodere ai miei occhi un’ipocrisia che in fondo è quella che c’è sempre stata? Mah…).
Finché ti arrivano anonimi auguri dalla mailing list del tuo supermercato o del tuo dentista, passi, è una forma di marketing come un’altra; però avere il cellulare invaso dagli auguri “circolari” di parenti e amici, boh, magari va anche bene, è l’unica cosa possibile da fare, ma a me crea un po’ di disagio. Gli anni scorsi rispondevo puntigliosamente a questi messaggi circolari, uno ad uno, mettendo in evidenza, con un riferimento preciso (a un nome, a un legame…) che la mia non era una risposta stardard. Ma alla fine il mio più che un augurio diventava, forse, quasi un rimprovero. Basta così, dunque: accetto serenamente l’affermazione di questa nuova pratica, e la archivio come rumore di fondo. Poi se con qualcuno ci sarà modo di vedersi, sentirsi, scambiarsi uno sguardo o una lettera o un biglietto, e in questo modo far passare il calore di un saluto e di un augurio, bene. Con tutti gli altri, sarà per un’altra volta.
Per quanto riguarda questo blog, esso si associa agli auguri di uno che, su queste cose come su tante altre, è un punto di riferimento insostituibile.