Ciao a tutti, mi chiamo Gab e faccio l’insegnante. Di lettere. In un liceo. Vivo con una persona che fa il mio stesso lavoro. Oggi io e l’altra persona abbiamo scioperato, e questo inciderà sul nostro bilancio mensile per (credo) circa 150 euro. Volevo raccontarvi la nostra giornata.
Il pomeriggio l’abbiamo impegnato andando ad una manifestazione sindacale: era, a dire il vero, in un luogo un po’ tristanzuolo, una piazzetta presso un incrocio in una zona industriale; e noi siamo anche arrivati tardi perché avevo letto male la mail e pensavo che il presidio cominciasse un’ora dopo. Ma è stato comunque bello sentire le voci delle altre categorie di lavoratori (era uno sciopero generale, non solo e non principalmente degli insegnanti, e anzi si trattava di uno sciopero europeo, una novità che qualcuno ha salutato con molto favore): ti rendi conto, ascoltando operai e precari, pensionati e studenti, che i problemi sono tanti, cominci a relativizzare i tuoi e soprattutto capisci che nessuno si salva da solo. Il resto del pomeriggio l’abbiamo passato discutendo con altri due colleghi di scuola, del nostro lavoro, di sindacati e di politica.
Ma quel che mi premeva di più, anche se l’ho lasciato alla fine, era raccontarvi come ho passato la mattinata: io e la persona con cui vivo abbiamo passato la mattinata a correggere dei compiti in classe, perché non capita spesso di avere mezza giornata libera per farlo e magari correggerli oggi ci permetterà di avere un po’ più tempo libero nel week-end. Io, che ne avevo solo una decina, ho anche finito presto e mi sono rimesso a leggere un libro che potrebbe servirmi per un certo percorso che ho in mente di fare in quinta… Così è arrivata l’ora di pranzo.
Tutto questo nel giorno in cui abbiamo scioperato, perdendo il nostro stipendio giornaliero. Perché scioperare per noi significa non andare un giorno a scuola a fare lezione; resta però tutto il resto, che dobbiamo fare comunque, ma, non essendo riconosciuto come lavoro, non essendo in nessun modo quantificato e pagato, è anche escluso da ogni forma di sciopero.
Strano mestiere, quello dell’insegnante. E strano sciopero.