Questo qui di don Milani non sa nemmeno una virgola. Non lo voglio insulare, perché non fa parte del mio stile, ma mi ha fatto provare un dolore che non so nemmeno raccontare… se non lo hai letto leggiti il libro di Affinati su don Milani (l’uomo del futuro é il titolo). Grazie in ogni caso per aver reso disponibile questo testo, meglio aver chiaro con chi si ha a che fare.
Guarda, a proposito di insulti ti confesso che il primo istinto è stato intitolare il post citando una vecchia canzone di Marco Masini, poi ho pensato anch’io che non sarebbe stato bello. L’uomo del futuro l’ho letto, certo, e ne ho anche parlato qui e su laletteraturaenoi:
Grazie (la recensione é bellissima). Bisogna continuare a lottare perché quella mentalità – quella dell’articolo – non prevalga; perché questo giudizio ostile e preconcetto sulla “funzione” non ci consegni Pierini incapaci di comprendere l’umano, di essere soggetti atti a vivere nella società. Il problema non è don Milani, in fondo, ma a che tipo di uomini si andrà a generare. Qualche giorno fa discutevo con una docente sulla parola “.competenze” tanto vituperata, e lui mi diceva “era l’idea di don Milani sulla lingua…”. Possederla vuol dire riconoscere se stessi e potersi dire e porre. Così si ritorna alla lettera dei seicento, di cui tu hai parlato. E via, avanti per mille declinazioni. Ma il problema, alla fine, é che donare una conoscenza deve coincidere con il donare uno scopo e una personalità.
Questo qui di don Milani non sa nemmeno una virgola. Non lo voglio insulare, perché non fa parte del mio stile, ma mi ha fatto provare un dolore che non so nemmeno raccontare… se non lo hai letto leggiti il libro di Affinati su don Milani (l’uomo del futuro é il titolo). Grazie in ogni caso per aver reso disponibile questo testo, meglio aver chiaro con chi si ha a che fare.
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Guarda, a proposito di insulti ti confesso che il primo istinto è stato intitolare il post citando una vecchia canzone di Marco Masini, poi ho pensato anch’io che non sarebbe stato bello. L’uomo del futuro l’ho letto, certo, e ne ho anche parlato qui e su laletteraturaenoi:
http://www.laletteraturaenoi.it/index.php/scuola_e_noi/494-un-principio-di-umanit%C3%A0-su-l%E2%80%99uomo-del-futuro-di-eraldo-affinati.html
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Grazie (la recensione é bellissima). Bisogna continuare a lottare perché quella mentalità – quella dell’articolo – non prevalga; perché questo giudizio ostile e preconcetto sulla “funzione” non ci consegni Pierini incapaci di comprendere l’umano, di essere soggetti atti a vivere nella società. Il problema non è don Milani, in fondo, ma a che tipo di uomini si andrà a generare. Qualche giorno fa discutevo con una docente sulla parola “.competenze” tanto vituperata, e lui mi diceva “era l’idea di don Milani sulla lingua…”. Possederla vuol dire riconoscere se stessi e potersi dire e porre. Così si ritorna alla lettera dei seicento, di cui tu hai parlato. E via, avanti per mille declinazioni. Ma il problema, alla fine, é che donare una conoscenza deve coincidere con il donare uno scopo e una personalità.
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