Ballare sulle punte (dei forconi)

 

Molti si chiedono in questi giorni cosa diavolo sia questo movimento dei forconi, chi ci stia dietro, chi lo cavalchi. Non ho risposte (anche se mi ritrovo abbastanza nell’analisi di Lee Marshall, dal sempre ottimo Internazionale), però ho un piccolo episodio da raccontare.

Oggi, sul mio facebook, compare il messaggio di un amico, militante di sinistra e ottimo storico della Resistenza, che informa di essere stato tacciato, in una pagina locale del “Coordinamento 9 dicembre”, come un “destabilizzatore virtuale” a cui fare attenzione perché “fà [sic] girare la voce di partecipazione ai presidi di Forza Nuova e CasaPound”. Naturalmente mi viene la curiosità di andare a vedere la pagina, e i commenti a questo allarmato avviso (ah, nell’originale tutto è rigorosamente in maiuscolo), e il thread è interessante. Dopo i primi tre o quattro commenti, genericamente indignati, soprattutto coi “corvi del PD” che “oggi avevano la fissa della Jaguar“, si scopre qualcosa di interessante, per esempio che “da noi affinché [sic] manifesta con tricolore e basta può venire pure il nipote di hitler!” e soprattutto che “casapound prima di aggregarsi a noi ha chiesto permesso!” (azz: ma allora è vero che c’era CasaPound, come diceva il “destabilizzatore virtuale”!). Al commento successivo, poi, una precisazione d’obbligo: ” Inoltre i ragazzi di casapound che sono venuti sono tranquilli, gentili e si danno da fare…. A differenza di Molti disoccupati sdraiati sui divani o al bar a caxxeggiare!”. Andare a vedere i profili pubblici di chi partecipa alla discussione, poi, regala altre belle sorprese, ad esempio che uno dei più attivi (e che dal contesto si capisce che ha partecipato ai presidi) risulta addirittura lavorare “presso CasaPound” (chissà con quale tipo di contratto, verrebbe da dire).

Ecco, insomma, che brutta cosa questi “destabilizzatori virtuali” che vanno in giro a dire… la verità.

Due postille:

1. Grazie a questo episodio ho scoperto l’esistenza della Napolitania, nonché di un Fronte per la Liberazione della medesima. E scusate se è poco.

2. Il mio eroe, comunque, è lui.