“Ieri sera alle ore 20 circa, la nominata in oggetto approfittando dell’assenza delle altre internate coabitanti con essa nella stessa camera, ingerì, a scopo suicida, una forte dose di “Veramon”. Alle ore 20.45 circa, l’internata […] trovò la [..] stesa sul letto senza parola e vide subito una lettera messa bene in vista sul panchetto che trovasi in mezzo alla camera e che funge da tavolo. Presala e visto che era indirizzata a lei, la lesse. Nella lettera […] le chiedeva perdono dell’atto insano compiuto, dicendo che non aveva più il coraggio di continuare una vita senza alcuna notizia dei propri cari e dei propri beni e senza danaro…”
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Buon anno! O_o
Un politicante marchigiano, consigliere regionale, raccoglie centinaia di consensi pubblicando una vignetta fascista, e si congratula pure con l’autore del capolavoro (dall’evocativo nome “Faccetta Nera”: vedi foto); un altro politicante, assessore alla cultura di un capoluogo di provincia, va allo stadio esibendo una croce celtica; centinaia di persone, sul web, alla notizia che un politico magari un po’ imbranato ma simpatico e soprattutto per bene come Bersani ha avuto un ictus, si lanciano in auguri di morte e/o di sofferenze fantasiosamente atroci.
Sono piccoli indizi, episodi diversi fra loro, ma che insieme danno l’idea di quanto ci sarà da ricostruire, in questo 2014, e ben oltre.
Buon anno a tutti, e buon lavoro.
Ballare sulle punte (dei forconi)
Molti si chiedono in questi giorni cosa diavolo sia questo movimento dei forconi, chi ci stia dietro, chi lo cavalchi. Non ho risposte (anche se mi ritrovo abbastanza nell’analisi di Lee Marshall, dal sempre ottimo Internazionale), però ho un piccolo episodio da raccontare.
Oggi, sul mio facebook, compare il messaggio di un amico, militante di sinistra e ottimo storico della Resistenza, che informa di essere stato tacciato, in una pagina locale del “Coordinamento 9 dicembre”, come un “destabilizzatore virtuale” a cui fare attenzione perché “fà [sic] girare la voce di partecipazione ai presidi di Forza Nuova e CasaPound”. Naturalmente mi viene la curiosità di andare a vedere la pagina, e i commenti a questo allarmato avviso (ah, nell’originale tutto è rigorosamente in maiuscolo), e il thread è interessante. Dopo i primi tre o quattro commenti, genericamente indignati, soprattutto coi “corvi del PD” che “oggi avevano la fissa della Jaguar“, si scopre qualcosa di interessante, per esempio che “da noi affinché [sic] manifesta con tricolore e basta può venire pure il nipote di hitler!” e soprattutto che “casapound prima di aggregarsi a noi ha chiesto permesso!” (azz: ma allora è vero che c’era CasaPound, come diceva il “destabilizzatore virtuale”!). Al commento successivo, poi, una precisazione d’obbligo: ” Inoltre i ragazzi di casapound che sono venuti sono tranquilli, gentili e si danno da fare…. A differenza di Molti disoccupati sdraiati sui divani o al bar a caxxeggiare!”. Andare a vedere i profili pubblici di chi partecipa alla discussione, poi, regala altre belle sorprese, ad esempio che uno dei più attivi (e che dal contesto si capisce che ha partecipato ai presidi) risulta addirittura lavorare “presso CasaPound” (chissà con quale tipo di contratto, verrebbe da dire).
Ecco, insomma, che brutta cosa questi “destabilizzatori virtuali” che vanno in giro a dire… la verità.
Due postille:
1. Grazie a questo episodio ho scoperto l’esistenza della Napolitania, nonché di un Fronte per la Liberazione della medesima. E scusate se è poco.
2. Il mio eroe, comunque, è lui.
Il giorno della memoria. Corta. Distorta. Tradita.
Credo che qualcuno abbia fatto confusione, magari perché col suo governo si è adoperato a ingarbugliare la matassa della semantica memoriale (che cosa si fa oggi, si ricorda o si tiene sveglia la memoria? boh), trasformando quello che doveva essere un momento di dolorosa riflessione in un’arma politica.
Credo che qualcuno abbia fatto confusione, e sentendo che oggi era il Giorno della Memoria ha pensato che fosse l’occasione per onorare la memoria – appunto – di un suo modello politico-culturale, di esaltare un momento decisivo della nostra storia nazionale, ovvero di applicare il proprio interessato pressappochismo storico-politico alla giustificazione della pagina più nera della nostra storia recente.
Credo che qualcuno abbia fatto una grossissima confusione, e abbia pensato che le celebrazioni del Giorno della Memoria potessero essere una buona occasione per raschiare il fondo del barile elettorale, ovvero: per racimolare qualche voto dalle parti di Forza Nuova e CasaPound. Ma non sarà facile: per certe cose sono professionisti, quelli.
Qui il video (da sky).
Piccola postilla: lo statista in questione, di fatto, dice che l’Italia, per paura che la Germania vincesse, ha pensato bene di allearsi con il nazismo. Un interessante squarcio sui principi che hanno ispirato la politica estera italiana nei tanti anni di governo dello statista medesimo. Non che ci fosse bisogno di ulteriore conferma, peraltro…
PS: io, che avevo deciso di non fare come tutti, e di lasciare agli altri l’inevitabile ennesimo contributo sul dovere di ricordare, ho finito per farne due, di post.