Eleonora

Ecco, se devo dire chi mi viene da ricordare in questo otto marzo 2013, dico che mi ricordo di questa donna morta a Napoli nel 1799, appesa ad una forca per i suoi ideali, e forse per la sua ingenuità, che fu quella di tutti coloro che, come lei, provarono a portare al popolo libertà e uguaglianza, e che dal popolo furono invece sbranati, distrutti. Si chiamava Eleonora de Fonseca Pimentel, e fu la direttrice del “Monitore Napoletano”.

Vincenzo Cuoco, che di quella rivoluzione napoletana miseramente fallita fu protagonista e testimone, di lei lasciò scritte queste poche righe:

Pimentel Eleonora Fonseca. “Audet viris concurrere virgo“. Ma essa si spinse nella rivoluzione, come Camilla nella guerra, per solo amor della patria. Giovinetta ancora, questa donna avea meritata l’approvazione di Metastasio per i suoi versi. Ma la poesia formava una piccola parte delle tante cognizioni che l’adornavano. Nell’epoca della repubblica scrisse il Monitore napolitano, da cui spira il piú puro ed il piú ardente amor di patria. Questo foglio le costò la vita, ed essa affrontò la morte con un’indifferenza eguale al suo coraggio. Prima di avviarsi al patibolo, volle bevere il caffè, e le sue parole furono: – “Forsan haec olim meminisse iuvabit“.

Qui di seguito una scena dal film Il resto di niente (2004), tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano (1986)

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