Ieri mattina mi sentivo pieno di sconforto, e mi sono ritrovato in pieno nelle parole di Christian Raimo (da qui):
Aboliamo la festa del 25 aprile. In questi giorni verrebbe da fare la modesta proposta di eliminare questo giorno di festa dal calendario o in alternativa di sostituirne la denominazione: chiamiamola festa di primavera o qualcosa del genere. Sanciamo una condizione di fatto, l’assoluta indifferenza della gran parte delle istituzioni, dei mezzi d’informazione, dell’opinione pubblica per la ricorrenza della liberazione dell’Italia dal fascismo.
Quell’indifferenza la vedevo tutta intorno a me, e un po’ anche dentro di me – per reazione. Poi però, contro tutto e tutti, soprattutto contro un cielo che ha rovesciato su Recanati tutta la pioggia della stagione, ci siamo ritrovati, con tante ragazze e tanti ragazzi, nel cortile di una vecchia scuola dove abbiamo festeggiato quei vecchi e giovanissimi ragazzi che oltre settant’anni fa hanno saputo scegliere. C’erano tanti musicisti che hanno cantato la passione, la rabbia e l’amore; c’erano i ragazzi del Centro che vendevano vecchi libri per autofinanziarsi, le sindacaliste che raccoglievano firme per i referendum, l’immagine di Nunzia sul muro della scuola che ci raccontava di quando faceva la staffetta, le ragazze della libreria-caffé Passepartout, la più bella e nuova realtà culturale di Recanati, c’erano i tanti ragazzi dell’ARCI con i panini il vino l’entusiasmo, c’erano Giacomo a vendere libri e fare tessere dell’ANPI, Ruggero a parlarci con passione e competenza di Costituzione, Piergiorgio che dava voce a Calamandrei, Maria Vittoria che commossa e commovente leggeva le parole di Leone a Natalia; queste, ad esempio, che lui scrive a lei poche ore prima di morire:
Immagina che io sia un prigioniero di guerra; ce ne sono tanti, soprattutto in questa guerra; e nella stragrande maggioranza torneranno. Auguriamoci di essere nel maggior numero, non è vero, Natalia? Ti bacio ancora e ancora e ancora. Sii coraggiosa.
Leone
E in mezzo a tutto questo c’ero io, che osservavo tutto questo e grazie a questo, grazie a tutti loro, mi scuotevo di dosso la polvere dello sconforto e del disincanto.
E adesso si va al corteo (sempre sotto la pioggia) – e poi a metter su Internate.
Buon 25 aprile, festa della Liberazione, a tutte e tutti.